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Lavoratori “Impatriati”: Il regime fiscale agevolato per chi rientra in Italia


Tra gli ultimi provvedimenti in materia, il “decreto Crescita”, prevede, a partire dal 2020, la concessione dell’agevolazione per una durata tra i 5 ed i 10 anni ad una platea più ampia, che comprenderà lavoratori dipendenti, autonomi e anche imprenditori. Inoltre, il decreto amplia anche la portata del beneficio: l‘esenzione fiscale per chi trasferisce la propria residenza in Italia sale, infatti, dal 50% al 70%, con un incremento che può giungere fino al 90% in alcuni casi previsti dalla norma. Dopo avere esaminato il dettato normativo e la fase transitoria prevista dal decreto, il Dott. Dario Fiori nell’approfondimento redatto per la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro si sofferma ad analizzare anche due esempi pratici, simulando il risparmio d’imposta fruibile da due lavoratori “impatriati”.

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Welfare aziendale: le novità sulle spese di trasporto pubblico

Il Legislatore negli ultimi anni ha ampliato notevolmente le categorie di servizi che possono rientrante nei c.d. piani di welfare aziendale. Tra gli interventi più importanti, vi è sicuramente la L. 208/2015 (Legge di Stabilità), con la quale, tra le varie previsioni, è stata introdotta la possibilità di creare piani di welfare equiparando l’iniziativa negoziale con quella unilaterale dell’impresa. Nel presente approfondimento, si analizzerà proprio il caso del regolamento aziendale, e le relative considerazioni tributarie fornite da giurisprudenza e prassi, nonché le novità introdotte dalla Legge di Bilancio per il 2018 sui servizi di trasporto pubblico.

Il Dott. Dario Fiori propone la lettura di un suo articolo che approfondisce il tema del “Welfare aziendale” fornendo anche un esempio di regolamento aziendale.

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